L’insostenibile leggerezza dell’essere…umano!

Vorrei fare una denuncia… una denuncia di un fenomeno che è silente ma sempre più drammaticamente reale.
Parto da alcuni dati:
Aumentano le richieste di telefonini di ultima generazione, la telefonia non conosce crisi.
Un altro settore che non sta vivendo crisi particolari è il settore estetico, insieme a quello turistico.
Ma a sentire le interviste e a vedere altri dati come il consumo di generi alimentari la crisi sta mordendo ancora.
Allora come si spiega questo divario?
Succede anche un’altra cosa: aumentano le richieste di prestiti per pagarsi le vacanze o acquisti particolari (consolatori?).
E ancora un altro dato: I pagamenti ai professionisti sono posticipati.
Per esempio la mia categoria sta vivendo un momento molto particolare: le persone che sono in terapia vengono, con minore frequenza, ma non interrompono, però accumulano debiti, pagano con ritardo. La cosa strana è che le stesse persone che fanno fatica a pagare per queste prestazioni trovano comunque il denaro per week-end e vacanze.
Come è possibile tutto ciò? E cosa significa?
Vi do la mia lettura alla luce di tanti altri piccoli ma significativi segnali.
Non si vuole rinunciare a nulla! La parola “rinunciare” non è contemplata. Diventa necessario riempirsi di cose e cercare di evadere, anche se non ce lo si può permettere.
Questo fenomeno è molto evidente nella generazione dei 30/40 enni ma lo si vede già anche nei più giovani.
E naturalmente “si ha il diritto” di avere l’oggetto del desiderio, di fare la vacanza “come tutti”, di pensare a se stessi e ai propri desideri.
Bandita la fatica, si cerca la soluzione più facile e immediata, la soddisfazione subitanea.
La capacità di attesa è sempre più bassa, l’ansia più alta, il vortice del malessere messo a tacere con un riempimento immediato di cose, cibo, emozioni effimere.
E in tutto questo diventa sempre più lontano il ricorso al buon vecchio psicologo che invece ti costringe a riflettere, a mettere in discussione il tuo comportamento ad accettare l’attesa e la fatica.
In questa visione c’è qualcosa di decadente.
C’è la sconfitta di una civiltà che ha come mito il guadagno facile.
Saremo prede di noi stessi prima che di ipotetiche civiltà che ci divoreranno trovandoci deboli e distratti.
Mi piacerebbe un dibattito su questo argomento.

Sapevate di mangiare tutti i giorni olio di … palma?

Sì, proprio così, olio di palma…tutti i giorni! L’olio di palma è contenuto in tantissime (la maggior parte) dei prodotti dolciari industriali, merendine, biscotti, creme spalmabili al cacao ecc.
Solo che solo oggi è possibile sapere che esso costituisce uno degli ingredienti della nostra colazione e della merenda dei nostri figli, da quando cioè la Comunione Europea ha imposto di specificare in etichetta i grassi di origine vegetale (Reg. Ue 1169/2011 in vigore dal 2015).
E’ così scopriamo che ogni giorno i nostri bambini mangiano questo olio (c’è anche nei biscotti per neonati) e che i risultati della scienza sul loro impatto sulla salute sono ancora molto controversi!
Quel che è certo è che nel 2014 abbiamo importato 1,7 miliardi di chilogrammi di olio di palma in Italia, la patria dell’olio di oliva!
Ma perché è così utilizzato? E’ presto detto: è molto economico e rende le nostre merendine molto fragranti.
Viene prodotto nelle zone deforestate in colture intensive e dove si fa ancora molto uso di pesticidi vietati in Europa (es. il ddt).
Cosa contiene? L’olio di palma in forma grezza è di colore rossastro per la grande presenza di carotenoidi (bene!), vitamine A, E, co-enzima Q10, squalene, (ancora bene!) ma anche una buona percentuale di grassi saturi a catena lunga (male!) e una buona quota di acidi grassi a catena corta (meglio!). Ma dopo la raffinazione (fatta con due processi chimici!) rimangono i grassi (entrambi) ma viene spazzato via tutto il resto! (rimangono tracce di elementi chimici!).
Si sa anche che il famoso Napalm (famoso per la guerra del Vietnam) è costituito da acido naftenico e acido palmitico.
Non è proprio un bel passaporto per la nostra tavola!
Si sa poi che è causa di deforestazione selvaggia.
Quindi, lungi da me fare terrorismo, ma quantomeno con questi dati invito alla prudenza almeno in osservanza al principio dell’astensione in assenza di dati certi.
Un motivo in più per mangiare meno cibi industriali!

Buona vita!

Lo zucchero, bianco o bruno che sia, ci fa male!

Non credere a chi ti dice che lo zucchero (saccarosio) è un alimento che se consumato “moderatamente” non fa male anzi che abbiamo bisogno di zucchero per vivere! In questa frase c’è un errore di fondo: noi parliamo di saccarosio mentre il nostro corpo ha bisogno di glucosio che è la sostanza in cui trasformiamo ogni nutrimento che introduciamo, ergo non abbiamo bisogno di saccarosio!
Lo zucchero che provenga da barbabietola o da canna da zucchero è una sostanza prodotto di estrema raffinazione, la quale toglie ogni sostanza nutritiva (vitamine, minerali, fibre) lasciando solo le calorie! Lo zucchero ha un indice glicemico di 100, il massimo possibile e alza la glicemia del sangue in pochissimo tempo perché viene digerito immediatamente nell’intestino tenue passando direttamente nel sangue. Ciò induce il nostro Pancreas a secernere moltissima insulina che però non trovando più niente da digerire rimane nel sangue provocando iperinsulinemia e quindi bisogno impellente di altro cibo, di altri carboidrati che sono più veloci da digerire e placano la fame in fretta … e così via!
Ti lascio immaginare questo cosa significhi in termini di peso e salute.
Se ti chiedevi come mai avevi sempre una fame vorace dopo un’ora dalla colazione… adesso hai la risposta!

Se togliamo lo zucchero e quindi gli alimenti industriali e troppo raffinati (la farina 00 ha un indice glicemico molto vicino allo zucchero!), inizialmente avremo un periodo di transizione un po’ complicato. Potranno comparire mal di testa, diarrea, vertigini, ma il premio sarà oltre che la salute, anche riscoprire tanti sapori, i veri sapori dei cibi, che lo zucchero aveva appiattito e reso tutti uguali.

Se volete usare ogni tanto un alimento per dolcificare, non utilizzate comunque gli zuccheri sintetici (saccarina, aspartame, acesulfame k, maltitolo ecc) per le gravi implicazioni che possono avere sulla vostra salute. Utilizzate qualche alimento tipo il malto d’orzo (se non siete celiaci) o il malto di riso! Sono alimenti più completi e forniscono le vitamine e i minerali utili anche alla loro digestione senza intaccare i vostri. Ma non abusatene comunque! Anche se sono meglio del saccarosio puro hanno delle controindicazioni ugualmente per quanto riguarda l’indice glicemico per esempio. Quindi trovate un equilibrio!

Buon cambiamento!

La consapevolezza è un ottimo stimolo al cambiamento…

Ma tu sai come è fatto quell’hamburger che stai mangiando? Sai con quale carne? Come è stato allevato quel bovino? Che cosa ha mangiato? In che condizioni igieniche è vissuto? Quanti ormoni e antibiotici ha preso? Quanti litri di acqua sono serviti, e quanto azoto è stato rilasciato nel terreno, e quanta energia è stata necessaria?
Se sapessimo tutte queste cose potremmo scegliere davvero cosa e come mangiare. In Italia esistono certo leggi e controlli che certificano la qualità di ciò che mangiamo ma anche se non siamo gli Stati Uniti, dove l’industrializzazione e l’allevamento intensivo sono un realtà molto estesa, spesso non sappiamo comunque davvero cosa stiamo mangiando.
Da un po’ di tempo si fa strada la consapevolezza che è fatta di blog, di GAS (gruppi di acquisto Solidali), di ricerca del BIO (biologico, biodinamico), di bisogno di sapere. E questo è un fenomeno molto importante che bisogna incrementare per poter davvero decidere qualcosa che era ormai sfuggito al nostro controllo. E mangiare sano e sostenibile è sempre più una necessità e una priorità.
Se siete interessati all’argomento vi posso senz’altro suggerire alcune letture che sono basate sulla situazione americana, ma che comunque sono un buon spunto di riflessione anche sulla nostra produzione e sulla catena industriale di cibo.
Un esempio su tutti di Michael Pollan “Il dilemma dell’onnivoro”, vi aprirà gli occhi su verità troppo importanti per essere ignorate.

Buona lettura

Non solo per dimagrire….

Uno stile di vita sano che preveda un’alimentazione varia ed equilibrata, del sano moto (integrato nella quotidianità!) e gestione dello stress, offre senza dubbio un bellissimo effetto collaterale… il peso forma!
Ma mangiare bene e occuparsi di sé è anche e soprattutto la chiave per ammalarsi meno e tenere lontane malattie importanti e spesso letali o che peggiorano molto la qualità della vita di chi si ammala e di coloro che compongono la sua famiglia e e suoi affetti. Certamente pensiamo alle malattie cardiache, a quelle del metabolismo, ai tumori ma ce ne sono altre insospettabili.
Per esempio le demenze.
Molte sono infatti le ricerche che giungono allo sgradevole risultato di connettere queste malattie degenerative ad uno stile di vita non sano (vedere “The China Study” di C. Campbell o Valter Longo “La dieta della longevità”), e comunque a scorgere dei nessi importanti tra come ci si alimenta, il peso corporeo, e l’insorgenza di queste malattie.
Sono malattie subdole, che portano passo passo le persone a non essere autosufficienti, a vivere senza memoria, disorientati, e a diventare pericolosi per se stessi e molto difficili da trattare dai familiari.
Spesso sono infatti i loro cari a rivolgersi al medico con la paura di stare assistendo all’insorgenza di una di queste demenze.
Sono malattie cui purtroppo non c’è ancora una cura definitiva che guarisca il paziente. La ricerca ci sta ancora lavorando.
Però una diagnosi precoce può aiutare molto il rallentamento della degenerazione neuronale. E come? attraverso farmaci adeguati che comunque funzionano molto di più se associati e potenziati da un cambio di abitudini alimentari e di vita e ad una terapia neurocognitiva che una volta impostata può essere portata avanti quotidianamente dai familiari stessi!!!

Non farti ingannare dal tuo palato!

Perché è così difficile cambiare abitudini alimentari? Abbiamo già detto (e sicuramente è una esperienza fatta da molti) che quando si inizia a mangiare in modo sano si ricomincia anche a stare meglio, a sperimentare uno stato di assenza di molti disturbi (non solo digestivi), però basta una ricorrenza, una festa, una cena tra amici e si corre il rischio di riprendere ad alimentarsi in modo poco sano.

Certo è vero che queste occasioni portano con sé dei ricordi e dei vissuti legati a situazioni conviviali e culturali piacevoli legate al consumo di quel cibo specifico, le lasagne della mamma, la torta della nonna, l’arrosto di quando ero bambino!

Ma non si tratta solo di questo! Se fosse solo questo, dopo la deviazione tornerei abbastanza facilmente a mangiare sano ma non è così! Perché?

In realtà il nostro palato è fortemente viziato. Fin da bambini veniamo abituati a cibi raffinati, pieni di zucchero, sale, addittivi chimici di ogni genere che modificano la percezione dei sapori e della consistenza di ciò che ingeriamo.

La sofisticazione del cibo ci allontana progressivamente dal sapore e dalla consistenza del cibo naturale. Questo comporta due esiti:

1. il cibo non lavorato non ci soddisfa più!

2. il nostro palato cerca quel tipo di sapori per essere appagato!

Ecco spiegata quella sensazione di pasto non completo dopo aver assaporato solo cibi naturali poco lavorati e quel bisogno di un dolce, un pezzo di cioccolato, qualcosa che “finisca” il pasto.

E’ solo dopo un lungo periodo di “disintossicazione” e di “riabilitazione” al cibo “vero” che si riesce a superare questa “necessità” e si riesce a sentirsi sazi e appagati dopo un pasto costituito da cibo non addizionato e minimamente lavorato.

 

Ringraziamenti…

Vorrei dedicare queste poche righe a tutti coloro che mi hanno fatto crescere professionalmente e che mi hanno dato tanto e a cui devo tanto. Ho imparato da queste persone molto di quello che so, anche a volte osservando atti e sguardi e ascoltando parole e sensazioni.
Vorrei ringraziare chi ha creduto in me, medici, fisioterapisti, colleghi, e che mi hanno inviato i loro pazienti, atto questo difficile da fare se non affidandosi fiduciosi!
Ma vorrei anche ringraziare chi ogni giorno mi aiuta a rinnovare l’impegno e mi motiva a continuare a spendermi e a ricercare nuovi modi e nuovi metodi per perfezionare la mia conoscenza e quindi la mia utilità! E queste persone sono le tante persone che ho incontrato nel mio studio in questi 23 anni di lavoro. Da loro ho imparato e imparo tutti i giorni, e traggo la linfa che mi permette di superare la stanchezza che a volte mi investe, o la pigrizia che, meno spesso, ma ogni tanto fa la sua comparsa! E anche tutti quei momenti in cui vorresti saper fare di più e che ti lasciano inevitabilmente dubbi sulla tua reale utilità! Per ringraziali tutti vorrei trascrivere alcune delle frasi bellissime che ricevo quasi quotidianamente via sms o per email o che mi vengono dette al raggiungimento di obiettivi importanti di benessere e di crescita personale. Sono solo alcune ma vorrei rappresentassero tutte quelle iniezioni di motivazione che sono la mia vera ricchezza!
SMS:”…la penso spesso, ….Cerco di mettere in pratica tutto ciò che ho imparato da lei….Ad oggi posso dire grazie di cuore per il suo ottimo lavoro….grazie Firma”
A fine colloquio:”Lo sa, credo di essere davvero cambiato di più in questi tre mesi che dai 20 ai 30 anni!, Grazie mi sento un uomo vero adesso e non ho più paura di prendermi le mie responsabilità!”.
SMS:”La ringrazio di cuore di tutto quello che ha fatto per me!”
A fine colloquio”Davvero abbiamo finito…(commozione)…ma potrò venire ancora se mai avessi bisogno ancora del suo aiuto, magari in momenti particolari della vita?” …. non l’ho più rivisto da allora (5 anni) ma so che si è sposato e ha un bellissimo bambino!
Potrei andare avanti ma non vorrei scadere nell’autocelebrazione (orrore!) anche se penso che questo atto fosse dovuto a queste persone che si sono affidate a me e che mi hanno ripagato dei miei sforzi in modo così partecipe.
Grazie di cuore a tutti voi!!

Laura Izzi

Ma non è vero….le solite esagerazioni!!!

Qualche giorno fa mi è capitato qualcosa che chi ha fatto scelte diverse dalla massa, chi è in qualche modo andato in senso opposto alla moltitudine, ha sicuramente conosciuto. Quando si fanno scelte che la maggioranza fa fatica a fare è facile che subisca la squalifica di chi non ce la fa nemmeno a prendere in considerazione la possibilità di un cambiamento.
Purtroppo l’episodio ha coinvolto mia figlia, e questo per lei sarà un grande insegnamento, ma per ora è una ferita aperta che stiamo tentando di medicare.

L’episodio in poche parole: mia figlia (11 anni) era a casa di lontani parenti e parlava con loro di alimentazione. Ovviamente vivendo in una famiglia attenta e molto consapevole di tutto ciò che significa nutrizione, benessere, salute è abituata ad un rapporto sano col cibo. Nella discussione con queste persone ha detto che il latte non è un alimento molto sano per l’uomo e ha spiegato il perché della sua affermazione. Per tutta risposta si è sentita dire che erano tutte baggianate e che non doveva dare retta a queste sciocchezze, che il latte fa bene è risaputo …ecc.

Ora, credo siano chiare le implicazioni psicologiche possibili di questa incauta risposta che squalifica sua madre ai suoi occhi. Per fortuna siamo abituati al dialogo e così non mi è stato difficile farle capire il meccanismo che impedisce a queste persone di prendere in considerazione un cambiamento di abitudini così radicato come quello che li porta a consumare chili di formaggio e litri di latte da sempre e a credere quindi a chi per decenni ha detto che il latte è un alimento sano e indispensabile nella nostra alimentazione e a squalificare chi mette in dubbio un’ abitudine e una tradizione che ha radici molto antiche.

Purtroppo tutti i giorni ho a che fare con questo tipo di resistenze che affondano le radici in abitudini troppo radicate per essere attaccate da studi e ricerche di importanza internazionale.

Ho voluto parlarvi di questo episodio perché credo sia importante fare una riflessione su questa resistenza attiva ad un cambiamento che in fondo sappiamo essere veramente importante per preservare la salute di tutti.

Prendere coscienza di come spesso le abitudini e le tradizioni abbiano influenzato perfino la scienza medica e siano davvero dei punti fermi intoccabili da parte di molti, della maggioranza in realtà, è un passo essenziale e imprescindibile per riuscire nell’impresa.

Fare chiarezza sulla vera sana alimentazione incontra ancora molto questo tipo di resistenza e sarà il compito di questa generazione rompere questo muro di credenze errate e far comprendere che cambiare non solo è salutare ma è possibile senza sentirsi dei traditori e senza patire pene così terribili.

Quando si crede in ciò che si fa non è così difficile effettuare dei cambiamenti positivi per la propria salute. Ovviamente occorre molta informazione, vera, e non disfunzionale come quella che si trova anche in siti ufficiali.

Buon cambiamento!

La domanda giusta…cambia la vita!

Siamo abituati a pensare che dobbiamo trovare sempre delle risposte alle domande che ci facciamo e anche in fretta! Molto spesso però sbagliamo le domande e così la nostra ricerca non porta risultati di miglioramento. Non c’è niente di peggio che dare risposte giuste a domande sbagliate!
Imparare a farci domande utili è veramente molto importante. Smettiamo per esempio di farci le domande “ma come mi vedono gli altri? Ma sarò ridicolo a fare questo o quello?”. Queste domande servono solo a perdere concentrazione su quello che è il nostro obiettivo/i, a distogliere energie laddove ci sarebbero molto più utili,… e poi sono talmente autoreferenziali! Sei sicuro di essere così centrale nella visione degli altri?
E’ importante invece chiedersi per esempio “se non avessi timore del giudizio cosa farei adesso che mi farebbe stare veramente bene, che mi darebbe soddisfazione?” e lasciare che la domanda stazioni nella tua mente e produca i suoi risultati.
Non cercare subito di rispondere lascia che la tua mente inconscia ci lavori su un po’…
E quando trovi delle risposte analizzale una a una attraverso altre domande utili, come “come potrei fare per…., chi potrebbe aiutarmi…come posso chiedere il suo aiuto in modo che mi dica di sì?” ecc.
Gli ostacoli sono solo domande a cui devi trovare risposta e una risposta c’è sempre!
Quando lavori tramite le domande (autocoaching) fallo in uno stato emotivo proiettato al positivo, con convinzione. Per ottenere uno stato emotivo positivo immergiti nel piacere che otterresti nel raggiungere il tuo obiettivo, ripensa a situazioni di obiettivi raggiunti e assapora il sentimento che ti ha pervaso. La tua mente non distingue tra passato e presente e ti farà sentire subito molto positivo. Ti sarà capitato di osservare che se hai pensato a qualche cosa di negativo e triste del passato hai cambiato stato e sei diventato triste, e che se invece hai pensato a qualcosa di bello e connotato positivamente ti sei scoperto a sorridere!!
Bene allora sfrutta questo effetto mentre progetti qualcosa!
Per esempio se cerchi lavoro, o se hai deciso di dimagrire ecc.
Lo so che cambiare il tuo atteggiamento usuale sarà un po’ difficile all’inizio, ma credimi vale la pena farlo!
Se farai una telefonata per la ricerca di lavoro con il sorriso sulle labbra, il tuo interlocutore percepirà questo stato e sarà più facile che si senta positivo nei tuoi riguardi.
Fai questa prova: esci da casa pensando a qualcosa di bello che ti riempie di soddisfazione gioia e quindi con un bel sorriso e mantienilo mentre ti rechi da qualche parte, per esempio alle poste. Guarda l’effetto che fa sul tuo interlocutore la tua energia positiva!
Ti sorprenderai!