Prendere la decisione di cambiare una radicata abitudine appare spesso come molto difficile, molto onerosa in termini di energia, e poi bisogna fare i conti con la paura del fallimento!
Ogni “fallimento” è una tacca di autostima in meno, una recriminazione in più, insomma una buona dose di malessere!
Ma deve essere per forza così pesante?
Come mai certe persone riescono a cambiare e altre non ci provano nemmeno?
Quando invito ai miei seminari dico sempre di non aspettarsi niente, di venire solo per ascoltare e poi attendere la risposta della mente inconscia. Se è il momento giusto per fare un cambiamento, se cioè l’ energia psichica è disponibile, si comincerà subito a fare dei piccoli cambiamenti altrimenti si dovrà aspettare che sia il momento giusto e intanto semplicemente raccogliere le informazioni che servono per caricarsi dell’energia necessaria.
Ad un certo punto qualcosa scatterà se la mente viene stimolata a rimanere in argomento!
Cominciamo a pensare che non siamo dei robot e che non possiamo controllare ogni nostro comportamento come e quando vogliamo e lasciamo alla nostra mente il tempo necessario per convincersi della bontà del cambiamento che gli proponiamo e della sua capacità di farlo suo e ottenerlo!
Spesso quando pensiamo che tanto non riusciremo ad attenere un obiettivo che ci impone di rivedere delle abitudini, semplicemente lo ignoriamo, non ci pensiamo più in termini positivi, ma cerchiamo di dimenticarcene o di minimizzarlo.
Così la nostra mente non lavora sulle soluzioni ma sul mantenimento dello status quo.
Chi arriva ai propri obiettivi di cambiamento riesce a vedersi già cambiato, riesce a vederne il cammino per arrivarci, riesce ad essere positivo anche di fronte agli errori o alle cadute. E si rialza con ancora più voglia di fare bene.
Un mio giovane cliente, che ora lavora in una importante azienda assicuratrice, è un esempio di ciò che ho detto. A vent’anni mentre studiava architettura ha avuto un grave incidente in moto che gli ha portato via l’uso di un braccio. A molti questo evento avrebbe rovinato la vita, si sarebbero disperati dovendo cambiare ogni cosa, ogni progetto che avevano in mente. Ma lui invece a distanza di alcuni anni, afferma che il fatto di avere avuto quell’incidente lo ha stimolato a cambiare facoltà, e che questo fatto lo ha portato a essere assunto dove è ora con un ottimo stipendio e molta soddisfazione. Riesce cioè a vedere anche in modo positivo un fatto che normalmente viene vissuto solo in termini molto negativi, un cambiamento che molti vivrebbero come imposto e rifiuterebbero, come un evento che gli ha svelato qualcosa di se stesso.
Questa sua capacità che viene chiamata “capacità di resilienza psicologica” è il suo bene più prezioso perché gli darà sempre modo di rialzarsi qualunque sfida dovrà affrontare.
Ma questo dono può essere di tutti, lavorandoci sopra, anche se la ricerca ancora non ci può dire in che misura è possibile aumentare la percezione di questa capacità in ogni individuo.
Questo significa non dover più temere il fallimento in modo bloccante e poter rischiare di intraprendere un cambiamento con più serenità. Ma non solo, questa è la sfida anche per vincere lo stress e i suoi effetti negativi sulla nostra salute perché come sappiamo nel meccanismo dello stress vi è una grossa componente soggettiva.
Quindi dico anche a te che stai leggendo: non rinunciare a priori ad un tuo progetto di cambiamento, vai alla ricerca delle tue capacità lasciando che la tua mente ti metta sulla strada giusta per ottenerlo, dai nutrimento alla tua mente fornendole tutte le informazioni e immergendola in quegli ambienti che piano piano la possano ispirare e… stai a vedere cosa succede!